Villa Le Fontanelle

La dimora, che all’epoca era poco più di un piccolo podere contadino, fu concessa con la donazione di Careggi nel XV secolo da Cosimo de’ Medici a Marsilio Ficino, per la traduzione dei Codici Platonici. Fu proprio qui che il Ficino, membro illustrissimo dell’Umanesimo fiorentino, iniziò a tradurre Platone ed è proprio qui che fondò l’Accademia Platonica (il cui passaggio è ancora simboleggiato dalla sirena posta all’interno della vasca di marmo nel giardino all’italiana).
Successivamente fu abitata da molte famiglie e subì diversi cambiamenti. Colui che conferì un aspetto romantico al parco fu John Francis Slone che si occupo’ delle ultime modifiche strutturali, donando alla struttura un aspetto ispirato al gotico. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Berenson fu ospitato e protetto proprio qui, poiché Villa Le Fontanelle era considerato territorio neutrale.

La prima volta che abbiamo visto la Villa ce ne siamo letteralmente innamorati. È difficile spiegare quello che succede nell’innamoramento, moltissimi artisti cercano di farlo ma non riescono a trovare le parole per descriverlo precisamente, in ogni suo minimo dettaglio.
Ogni giorno è stato dedicato alla progettazione, ed alla folle e scrupolosa ricerca di ogni singolo colore, materiale, mobile, tessuto, oggetto, per poter essere così come è oggi, rispettando e conservando i nostri progetti.
L’attenzione per il dettaglio la porta ad essere uno dei luoghi più esclusivi, intimi e ricercati, senza tempo. Il nostro obiettivo non era quello di creare un luogo austero, regale, ma di far sentire gli ospiti a casa, anche se lontani dalla propria creando un’atmosfera intima e raccolta anche se con spazi enormi.
Il progetto di trasformarla in un piccolo luogo caldo, accogliente, da condividere con altri, è stato semplice passaggio poiché la villa si presta per essere abitata da più persone, senza che sia intaccata la privacy di ognuno, data soprattutto dagli spazi immensi per le sole sei camere.